Apprendistato professionalizzante? Sì, grazie

di Matteo Bodei | *Consulente del Lavoro iscritto all’albo provinciale di Brescia 

 L’apprendistato professionalizzante è una particolare tipologia di contratto di lavoro, che consente di acquisire tutte le competenze necessarie per svolgere una determinata mansione attraverso un percorso di formazione mirato. Spesso è considerato solo come una forma di contratto a costo ridotto, ma rappresenta in realtà uno strumento chiave per favorire lo sviluppo e la crescita delle imprese e delle nuove generazioni, soprattutto in quei settori come il turismo e i pubblici esercizi, nei quali la professionalità si costruisce con un mix di formazione ed esperienza pratica. L’apprendistato professionalizzante è una delle tre tipologie di apprendistato disciplinate dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015, numero 81.

Vantaggi economici e non solo

Attraverso l’apprendistato le imprese possono reclutare giovani talenti e formarli secondo le proprie esigenze specifiche, plasmando le abilità dei loro collaboratori fin dall’inizio e garantendo l’allineamento tra le competenze attese e quelle effettivamente possedute dagli addetti. Attraverso una buona costruzione del vivaio interno si possono trarre enormi vantaggi in termini di quantità e qualità del personale, organizzando una squadra altamente coesa, qualificata e competitiva. L’inserimento di giovani, poi, favorisce l’innovazione e l’inventiva all’interno della propria realtà, grazie alle nuove idee e alle prospettive di cambiamento portate dai nuovi collaboratori.

Una buona opportunità per i giovani

Oltre quanto detto, è importante precisare che l’apprendistato è fondamentale anche per i giovani che si approcciano al mondo del lavoro: unendo l’acquisizione di nozioni teoriche e la formazione pratica sul campo, si può colmare il divario tra l’istruzione formale e la realtà lavorativa, preparando adeguatamente le nuove leve. L’apprendistato, infatti, offre ai giovani la possibilità di lavorare a stretto contatto con esperti del settore, imparando da loro e acquisendo competenze pratiche molto preziose. Figura chiave affinché l’apprendistato apporti un reale reciproco beneficio è quella del Tutor, a cui è affidato l’incarico di organizzare e dirigere il trasferimento delle competenze. Grazie alla sua esperienza e alle sue competenze, il tutor può guidare e supportare l’apprendista nel suo lungo percorso di formazione, fornendo indicazioni, motivando e organizzando occasioni di apprendimento. Il tutor deve saper creare un ambiente di lavoro positivo e può essere un modello di riferimento per l’apprendista, aiutandolo a sviluppare le proprie competenze e a individuare le opportunità di carriera nel settore professionale. Contribuisce in fase di assunzione a redigere il piano formativo individuale, annotare periodicamente nel libretto formativo le attività teoriche e pratiche affrontate dal dipendente e infine confermare l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità caratteristiche della mansione. In breve, è il custode e il garante di tutto il percorso di crescita del vivaio.

Incentivi e limitazioni

A supporto di questo contratto di lavoro sono stati previsti numerosi incentivi: dalla retribuzione inferiore rispetto a quella dei lavoratori qualificati, allo sgravio di contributi previdenziali e assicurativi, fino alle deroghe per l’età massima. Se, infatti, il contratto è nato per le persone con età inferiore a 30 anni, sono state introdotte deroghe speciali per alcune tipologie di lavoratori svantaggiati over 30, come ad esempio i percettori di Naspi, con l’obiettivo di favorirne il reinserimento lavorativo. Tutti questi sgravi vogliono compensare l’impegno dell’impresa nel suo ruolo formativo, la minor produttività tipica dell’apprendista, l’assenza del lavoratore per partecipare ai corsi in materie trasversali e l’eventuale acquisto di strumenti per l’insegnamento, dai libri ai pacchetti software. Vi sono, tuttavia, anche norme che impongono delle limitazioni all’applicazione dell’apprendistato: ad esempio, non tutte le mansioni risultano compatibili con tale percorso formativo, oppure, ancora, non è consentito assumere come apprendista un lavoratore che in precedenti rapporti di lavoro abbia già svolto per molto tempo attività coincidenti con la qualifica da acquisire. Per valutare, caso per caso, la possibilità e l’opportunità di avviare un rapporto di lavoro con questa particolare forma contrattuale si consiglia, quindi, un confronto con il proprio Consulente del Lavoro di fiducia.


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