Non siamo centometristi!

di Roy Batty | Eccoci ad affrontare uno degli argomenti più spinosi della miscelazione contemporanea: le classifiche.  Ovviamente a ogni cocktail bar essere presente in una guida o in una classifica fa piacere ed è motivo di vanto, prestigio e orgoglio.  Ma siamo certi che i criteri utilizzati siano giusti? O che sia giusto essere disposti a vendere l’anima pur di apparire in queste classifiche?

Facciamo un esempio. Il bar XXX è il numero uno al mondo nella classifica YY, mentre il bar JJJ che era il numero uno al mondo è diventato il numero tre. Vogliamo veramente pensare che il bar diventato numero tre sia peggio del numero uno? Su quali basi? Su punteggi? Preferenze? Non siamo centometristi. Nello sport chi è il numero uno lo è senza nessun dubbio, si tratta di battere un record o di vincere un campionato. Le classifiche in certi settori non hanno alcun senso. Perché esiste l’eccellenza, ma è una materia maledettamente spinosa. È già difficile per la ristorazione, figuriamoci per la miscelazione, che presenta variabili maggiori.

Un metodo più corretto potrebbe essere quello della Guida Michelin, dove il prestigio è dato da criteri ben precisi, ma non c’è una classifica. Nel mondo della miscelazione troviamo a condividere la stessa lista cocktail bar di differenti tipologie, come speakeasy, cocktail bar d’albergo ecc. Com’è possibile? La bottigliera di un bar d’hotel sarà differente da quella di un cocktail bar non di lusso. Cambierà il servizio, l’atmosfera, gli stessi cocktail saranno fatti in modo differente. Può realmente convivere un top hotel bar, con il suo servizio elegante e impeccabile, con quello di un cocktail bar dove non c’è un servizio al tavolo e la clientela consuma in mezzo alla strada?

La presenza in una classifica dovrebbe essere motivo d’orgoglio, ma quando si trasforma in ossessione, o quando gli sponsor o il legame con alcuni partner possono determinare l’ingresso del cocktail bar nella classifica, allora appare insensata. Per alcune diventa anche importante l’attività social. Il numero di follower come può determinare eccellenza? Certo non è l’unico criterio, si tratta di un “algoritmo”! Stiamo scherzando? Ed ecco quindi che non importa se si è coscienti del sistema malato: l’importante è esserci e solo quello conta. Ben vengano le guide e le nomine di prestigio, ma che siano create nel modo giusto. Attraverso un’indagine attenta e precisa del territorio, che premi la qualità e la bravura. Che si guardi alla differenziazione delle tipologie di cocktail bar. Usciamo dallo star system del bere miscelato, dalla mitizzazione dei personaggi, delle “guest” legate ai prodotti. Il rischio è altissimo e rischiamo di rimanere nuovamente schiavi dei brand, della commercialità a scapito della qualità. Purtroppo, la miscelazione contemporanea sta seguendo questa strada, una strada sbagliata dettata dall’inseguimento di un finto prestigio, dalla presunzione di strappare un titolo e una libbra di notorietà che, sinceramente, non determina alcun primato, ma è solo segno di aver accettato un tipo di sistema che, a mio avviso, non è il migliore possibile.