Quattro nuovi imbottigliamenti firmati Whiskyfacile

Nel 2011 Jacopo Grosser e Giacomo Bombana, amici da sempre e uniti anche da una comune passione per il whisky, si pongono una domanda fondamentale: perché per sapere se un whisky è buono dobbiamo cercare in rete consigli e pareri in inglese? E si danno una risposta: fondano whiskyfacile.com il primo blog di recensioni di whisky in italiano. Lo chiamano come la canzone di Fred Buscaglione, perchè come lui “hanno il whisky facile, son criticabili, ma son fatti così”.  Assaggiare, prendere appunti, stendere note di degustazione, studiare il distillato più buono del mondo: un hobby che negli anni diventa per entrambi un lavoro.

Dal blog all’etichetta

Intanto il blog cresce fino a sfiorare le 2.500 referenze recensite, dagli scozzesi agli irlandesi, dal bourbon ai giapponesi, e cresce il team di recensori con Marco Zucchetti, Corrado De Rosa e Davide Ansalone che si uniscono alla squadra.  Negli anni Whiskyfacile diventa un portale sempre più completo per bevitori, con grande esperienza ma anche neofiti, e anche un format di divulgazione di questo distillato, con tante serate di degustazione nei locali e partecipazioni alle fiere di settore.  Nel 2021, l’anno del decennale, i “giudici” decidono di compiere il salto e diventare loro stessi imbottigliatori, i cui whisky saranno giudicati dai clienti. Nasce così l’etichetta indipendente Whiskyfacile con la serie “A space whisky Odyssey”, 7 whisky dedicati a 7 personaggi dell’Odissea: Circe, Polifemo, le Sirene, Scilla e Cariddi, i Lotofagi, Poseidone e l’immancabile Ulisse. Barili unici, single malt a grado pieno, non colorati artificialmente né filtrati a freddo, che vanno esauriti in pochi mesi. Glen Elgin, Aultmore, Bunnahabhain. E poi Glenlossie, Caol Ila, Highland Park e Ben Nevis, quest’ultimo il più invecchiato con i suoi 25 anni. Distillerie diverse, stili diversi, torbati e non.

Nel 2022 arriva la seconda serie di imbottigliamenti e questa volta a dare l’ispirazione è un animale: il gatto.  Chi meglio del gatto, animale indipendente e anarchico per antonomasia, può rappresentare l’avventura di cinque bevitori animati soltanto dalla voglia di imbottigliare cose buone da bere? Il gatto “Easy” diventa così il protagonista della nuova etichetta, che riprende le illustrazioni dell’artista tedesco Mitch. Per la prima volta, Whiskyfacile esce dall’amata Scozia. E insieme a un classico Dailuaine, a un insolito Glen Ord e a un Caol Ila invecchiato in botti ex vino, lancia un single malt inglese affinato in botti di sherry Pedro Ximenez, della distilleria londinese Bimber, e un  single malt americano, dalla Copperworks di Seattle.

I quattro nuovi imbottigliamenti Black Cat 

Il 7 ottobre è avvenuto il lancio online degli ultimi imbottigliamenti della Black Cat series.  Eccoli di seguito.

Balblair 9 anni, 57,1%
Distillato nel 2013 nella distilleria delle Highlands settentrionali, fondata nel 1790, questo single malt ha riposato 9 anni in un barile refill ex bourbon. Imbottigliato a grado pieno, ha note burrose e cremose, con un bel cereale protagonista e una venatura erbacea e di caffelatte nel finale.

Ardlair 12 anni, 59,4%

Altra distilleria delle Highlands, nella fattispecie Ardmore, che di solito produce single malt torbato. Quando utilizza orzo essiccato senza il fumo di torba, lo chiama Ardlair. Un whisky distillato nel 2010 e invecchiato in un barile refill ex bourbon. È una prima assoluta per un imbottigliatore indipendente in Italia. Minerale, fresco, teso, con una cera elegante.

Ruadh Mhor 11 anni, 54,9%

Entriamo nel misterioso mondo della torba con un single malt proveniente da Glenturret, la più antica distilleria di Scozia, nonché l’unica ad avere un gatto – Towser, l’ammazzatopi – come mascotte. Si tratta di un barile singolo (anche qui refill bourbon) distillato nel 2011 e invecchiato per 11 anni. Il nome Ruadh Mhor è unanimemente utilizzato per indicare il whisky Glenturret quando è torbato. E questo whisky è molto torbato: 80 ppm, le parti per milione di fenoli con cui si misura la torbatura. Il doppio di Lagavulin, per avere un’idea.

Williamson 12 anni, 58,4%

Bessie Williamson è stata la mitica distillery manager di Laphroaig, prima donna con questo ruolo in Scozia negli anni ’60. Williamson è il nome che si è scelto di dare al Laphroaig non ufficiale, che per ragioni formali deve essere definito “blended malt”. Questo barile è stato distillato nel 2010 e dopo 12 anni ha sviluppato una gamma di note che vanno dal pesce grigliato alla frutta, passando dal tè Lapsang Souchong al medicinale. Intenso, elegante, Islay all’ennesima potenza.

Whiskyfacile sarà presente al Milano Whisky Festival dal 2 al 4 dicembre.