Shochu, il distillato più antico del Giappone

di Luca Tesser | Se cercate un distillato che doni ai vostri cocktail sfumature inaspettate, il Shochu si rivelerà una scelta all’altezza delle aspettative. Meno noto del Sake, il Shochu è il più antico distillato del Giappone, un prodotto in grado di stupire attraverso la sua eleganza e semplicità. Delicato e suadente, riesce a convincere anche i palati più raffinati, sebbene sia qualcosa di estremamente lontano da ciò a cui siamo abituati e abbia, proprio nella delicatezza, il marchio che lo contraddistingue da qualsiasi altro distillato.

Shochu vs Sake

Erroneamente si confonde il Shochu con il Sake, ma i due prodotti sono completamente diversi, seppur strettamente imparentati. Entrambi sono derivati dal riso, ma mentre il Sake è un fermentato e, quindi, un vino di riso, il Shochu è un distillato. Nella miscelazione occidentale è poco utilizzato, mentre in Giappone, ultimamente, ha superato, come consumi, anche il più tradizionale e famigerato Sake. Al J.Roger ci siamo innamorati immediatamente di questo distillato, particolarmente indicato per la miscelazione,  per la sua delicatezza e per la sua capacità di creare sfumature uniche. Il gusto richiama quello del Sake e la sua gradazione alcolica si aggira sui 38 gradi, ma a differenza del Sake, che è un vino e che, una volta aperto, non può conservarsi per mesi, il Shochu è un distillato e, una volta aperto, non deve essere necessariamente consumato nel breve.

Come usare il Shochu

I giapponesi amano particolarmente gli Highball e consumano il Shochu principalmente con soda, arricchito con spezie e ghiaccio. Il distillato, usato in questo modo semplice, funziona perfettamente con ogni tipo di sodato e l’aggiunta di Syrup di vario genere, o di spezie fresche, ne esalta il sapore dando vita a drink mai banali. Un esempio perfetto potrebbe essere un Highball composto da Shochu, Syrup allo yuzu e soda. Oppure con Ginger Ale e curcuma, magari aggiungendo anche un po’ di wasabi per dargli una nota piccante. La duttilità del Shochu è sorprendente: il suo gusto deciso, seppur delicato, ben si presta in particolar modo ad abbinamenti citrici e fruttati, creando un’alchimia di sapori inaspettata. Zenzero, curcuma, lemongrass, yuzu, pompelmo rosa, mandarino, mango e litchi sono abbinamenti perfetti, che legati a lime sfruttano a pieno il potenziale di questo distillato. L’utilizzo della parte citrica va comunque dosato con parsimonia, per evitare di far svanire la delicatezza del Shochu. Sul fronte classico, il Shochu è sicuramente meno indicato: l’affiancamento a spirits troppo intensi lo porterebbe a svanire quasi completamente, quindi, a meno che non si voglia dare semplicemente una nota di sapore, sconsiglierei l’abbinamento con Whisky o Rum e suggerirei l’abbinamento con Gin o Vodka. Infine, usato in un cocktail come protagonista assoluto, non stona nemmeno con un Vermouth delicato o con liquori che non abbiano troppa intensità.


Le ricette

SendoSendo  

  • 1 ¾ oz Shochu
  • 1 oz Yuzu Syrup
  • Top Soda

Preparare direttamente nell’High Ball aggiungendo ghiaccio, versare il Shochu e lo Yuzu Syrup e colmare con club soda.

Wakizashi wakizashi

  • 1 ½ oz Shochu
  • ¾ 0z Falernum
  • ¾ 0z Mango Syrup
  • ¼ oz Lime

Versare gli ingredienti in uno shaker e poi in una coppetta gelata.

 

 


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