Ago Perrone e Giorgio Bargiani: questione di stile

di Luca Tesser |

È il tempio della miscelazione a cinque stelle e a guidarlo sono due bartender italiani di fama mondiale: parliamo del Connaught Bar di Londra e di Agostino Perrone, Director of Mixology, e Giorgio Bargiani, Assistant Director of Mixology. Perrone e Bargiani, che dirigono il Connaught insieme alla Bar Manager Maura Milia, sono due icone di stile e rappresentano l’anima di un cocktail bar che figura tra i più premiati al mondo. Classici ma contemporanei, tradizionali ma innovativi, sono gli interpreti perfetti di una miscelazione, e di un’ospitalità, elegante e ricercata.

Come siete arrivati a Londra e come siete approdati al Connaught?

Connaught Bar
Il Connaught è fra i locali più ricercati e premiati al mondo, un tempio della mixology a cinque stelle

A.P. | Sono arrivato a Londra nel 2003, lasciando Como alla ricerca di un respiro internazionale e di esperienze nel mondo bar londinese, da sempre una destinazione all’avanguardia nella mixology. Ho avuto esperienze in diversi bar indipendenti e molto creativi già in quegli anni e, soprattutto, ho costruito una rete di amicizie e conoscenze che mi hanno stimolato, insegnato e incentivato moltissimo a livello di sviluppo professionale e di creazione di un mio stile. Il Connaught è entrato in gioco in maniera inaspettata: racconto sempre di quanto, all’inizio, non avessi colto questa opportunità molto seriamente. Nel 2008 la scena bar di Londra era in pieno fermento, tante erano le personalità che vi convergevano e ancor di più le influenze, specialmente dagli Stati Uniti. Ero a un punto della mia carriera in cui cominciavo ad avere un nome nel mondo della mixology, sia londinese che internazionale, e il mio mood dell’epoca era molto creativo e indipendente. L’idea di guidare l’apertura di un locale importante come il Connaught Bar, in un hotel di lusso iconico come il Connaught Hotel, era veramente lontana dalle dinamiche lavorative che conoscevo e concepivo. Invece mi sono lasciato convincere, ho percepito la visione e visto l’opportunità che si prospettava. Ho capito che il Connaught Bar avrebbe cambiato le dinamiche e la cultura degli hotel bar, che avrei potuto portare il mio tocco, ma anche che avrei potuto imparare molto. E così è stato: il mio mondo e il mondo dell’hotellerie a cinque stelle si sono incontrati. Il Connaught Bar ha cambiato le regole degli hotel bar, integrandovi innovazione e creatività, ma sempre mettendo l’ospite al centro dell’esperienza.

G.B. | Dico sempre che il mio destino professionale era scritto nel mio cognome, Bar-giani, ma il Connaught no: il Connaught è stato un obiettivo, che ho desiderato e perseguito. Venivo dal mondo dei locali in Toscana e dell’hotellerie di lusso, Lo Splendido a Portofino e Le Manoir Aux Quat’Saison in Oxfordshire. Conoscevo Ago di fama e il Connaught Bar era uno di quei posti che sognavo come l’inizio di un percorso volto all’eccellenza, alla crescita e alla creatività. Tramite un amico che lavorava già nell’hotel, ho avuto l’opportunità di fare un colloquio e poi una prova come barback. Era piena stagione a Portofino, ma in meno di 24 ore sono riuscito a organizzare un viaggio a Londra per iniziare quella che sarebbe diventata la mia nuova vita. Meno di un mese dopo, era il settembre 2014, entravo a far parte del team del Connaught Bar.

Qual è l’ingrediente segreto del Connaught? Che cosa vi rende così unici?

A.P. | Il fatto che la dedizione all’accoglienza non sia un semplice valore di cui ci facciamo ambasciatori, ma una vera e propria cultura, che ci rappresenta e contraddistingue in tutti i nostri tratti, gesti e idee, nel lavoro e non solo. Non si tratta solo di prenderci cura dei clienti, ma di riuscire a creare dei momenti che non si scordano, far sentire le persone uniche e speciali. Per farlo è necessario saper coordinare   sapientemente persone e altri fattori. Il fatto che ogni giorno, da più di 15 anni, al Connaught Bar un ospite possa avere la garanzia di ritrovare un certo livello di accoglienza ed esperienza, dà un’idea del set di valori che condividiamo come team e di quanto riuscito e preciso sia il nostro gioco di squadra.

G.B. | Ci contraddistingue il fatto di riuscire a stupire sempre, senza però cambiare mai la nostra essenza. La continuità dei nostri valori e del nostro stile sono i capisaldi della riuscita del Connaught Bar, così come lo sono la ricerca di innovazione e la spinta creativa che con costanza teniamo in vita. La creazione di nuovi cocktail – che siano stagionali o che cambiamo su base annuale nella cocktail list – è uno dei veicoli principali di questa spinta e dell’interazione che creiamo con i nostri ospiti. Tutto il team contribuisce con ricerca e sperimentazione, non solo nel mix di ingredienti e tecniche, ma anche in nuovi tipi di garnish, bicchieri o tool che esprimano una storia nuova e speciale, con cui gli ospiti si possono relazionare. In questo senso evolviamo sempre per stupire, ma manteniamo invariato il nostro tocco. È un po’ come se avessimo una sezione aurea in mixology.

Che cosa significa essere ai vertici della miscelazione mondiale?

A.P. | Essere ai vertici è un traguardo importante per un team che è cresciuto negli anni e che non ha mai perso di vista i valori fondamentali dell’arte di fare accoglienza e miscelazione. Ci ha messi sicuramente nella posizione di realizzare l’importanza e l’influenza che il nostro lavoro poteva avere anche per altri locali e professionisti in tutto il mondo e ci ha portati quindi a riflettere su come continuare a portare avanti la nostra etica lavorativa. La gratificazione è stata tanta e ha creato una sorta di stimolo extra, come a conferma del fatto che stessimo lavorando bene. Quando raggiungi un traguardo, lavorativo e personale, il primo pensiero è di pensare subito al successivo.

G.B. | Uno degli aspetti più belli di questo lavoro è far parte della bar community, una rete di colleghi e amici a livello internazionale che non ha pari. Indubbiamente, questa è cresciuta a dismisura negli ultimi anni, mettendoci a contatto con grandi creativi, imprenditori ed eccellenze nel nostro settore e non solo.

Una delle caratteristiche che vi accomuna è l’eleganza: quanto la considerate indispensabile nel lavoro e nella vita privata? Come dire: vestite il doppiopetto solo dietro al banco o anche fuori?

A.P. | Per il genere di bar e hotel che rappresentiamo l’eleganza è un fattore fondamentale ed è anche diventata sinonimo del nostro modo di fare hospitality. Si ritrova a livello estetico, ma anche nel body language, nel modo di parlare e rivolgersi alle persone, nell’attenzione che si ha nel calibrare il linguaggio…

G.B. | Rispondo sulla seconda parte: usiamo il doppiopetto molto spesso anche fuori dal locale, dal momento che sono molte le occasioni in cui rappresentiamo il Connaught Bar a eventi internazionali. Certo, anche noi poi, ogni tanto, ci rilassiamo e vestiamo una tenuta che definirei ‘always with style and a smile’!

Escludendo il Martini, qual è il cocktail a cui siete più legati?

A.P. | Il Mulata Daisy. È uno dei masterpiece del Connaught Bar, ma anche un cocktail con cui ho vinto un’importante cocktail competition è che è diventato un modern classic. Si tratta di un twist sul Mulata Daiquiri, che contiene alcuni dei sapori che mi porto dietro dall’infanzia, con ingredienti importanti del mio percorso professionale.

G.B. | Il No.11, ovvero un tributo al Connaught Martini, che mette insieme tutte le varianti che poniamo sul Martini Trolley e aggiunge un tocco artistico alla creazione. Lo abbiamo creato per l’undicesimo anniversario del Connaught Bar e il nome si rifà alle serie numerate di Jackson Pollock, con pigmenti edibili che abbiamo usato per dipingere le coppette.

In conclusione, che cos’è per voi la miscelazione? Passione, arte, sacrificio, soddisfazione o altro ancora?

A.P. | Nel mio caso, è una passione che diventa arte.

G.B. | Per me è l’arte di far appassionare.


Chi è Ago Perrone

Comasco, arriva a Londra nel 2003 alla ricerca di un’esperienza professionale internazionale e avvia una carriera che lo porta a essere, oggi, una della personalità più influenti del settore. Icona di stile e ospitalità italiana, Perrone ha rivoluzionato il mondo degli hotel bar, abbinando al servizio a cinque stelle la creatività e l’innovazione tipici dei cocktail bar indipendenti. Dal 2008 dirige il Connaught Bar, uno dei templi della mixology. Tra i tanti riconoscimenti che ha ricevuto negli anni ricordiamo il Bar Personality of the Year a Imbibe Awards 2017, l’Industry Icon ai World’s 50 Best Bars 2022 e l’International Bar Mentor of the Year a Tales of the Cocktail 2023.

Chi è Giorgio Bargiani

Durante gli studi universitari e dopo la laurea, Giorgio intraprende il suo percorso in bar e locali della Toscana, seguendo una tradizione di famiglia: i Bargiani hanno infatti un’osteria nel centro storico di Pisa.  Dopo avere fatto esperienze importanti nell’hotellerie di lusso, Lo Splendido di Portofino e il Le Manoir aux Quat’Saison di Oxford, approda, nel 2014, al Connaught Bar. Grande spirito creativo e comunicatore, diventa il braccio destro di Perrone prima come Head Mixologist e poi come Assistant Director of Mixology. Oggi è uno dei bartender più innovativi e in rapida ascesa sulla scena internazionale della mixology: nel 2019 è stato inserito nella prestigiosa lista “30 Under 30” della piattaforma Code Hospitality ed è stato nominato International Bartender of the Year at Tales of The Cocktail’s Spirited Awards 2023.