Roma | Brunch veg e Listening Bar: il nuovo corso di Bauhaus

Sono quasi quattro anni che, a Garbatella, uno storico forno è tornato a vivere grazie al progetto Bauhaus, nome scelto per omaggiare il movimento artistico tedesco. E proprio come l’arte, anche Bauhaus – la cui proprietà è la stessa di Biffi – muta e si evolve.

Un  locale che nel tempo ha  modulato la sua proposta per andare incontro alle esigenze dei numerosi clienti, che qui hanno sempre trovato una grande qualità gastronomica oggi accompagnata da un’atmosfera informale e accogliente, decisamente friendly.

La novità del 2025: Room Service, il brunch veg inclusive

Bauhaus apre le sue porte tutti i giorni in orario aperitivo, ma la domenica è tempo di brunch, novità di questo inizio 2025. Appuntamento dalle 11 alle 16.30 con una proposta da non perdere, curata da Valentina Fois, forte della sua esperienza quasi ventennale a Londra.

Un nuovo format denominato Room Service, che unisce appunto la tradizione inglese a quella italiana, dedicato a chi cerca un’esperienza dai ritmi lenti per poter assaggiare ogni cosa senza fretta, con tanto di rivista e un menu che, nella forma, richiama il più classico dei “Do Not Disturb” che si appendono fuori dalla porta negli hotel quando non si vuole essere disturbati.

La carta dei vini è stata ripensata e studiata al meglio per adattarsi alla nuova proposta gastronomica: la proposta è coraggiosa, quasi dissacrante e in controtendenza con quello che solitamente troviamo in un ristorante, ma coerente con il nuovo corso, più dinamica e in continuo movimento.

Il risultato è una ricercata lista di circa 15 referenze che ruota in continuazione, grazie al format “Girovino”: il focus si sposta quindi su un determinato territorio e le etichette vengono selezionate su base geografica, così da permettere al cliente di provare più prodotti e sempre nuove realtà.

Non solo Italia, la carta di Bauhaus a rotazione propone Francia, Germania, Austria e Spagna.

Accanto, c’è un’altrettanta valida drink list, pensata e realizzata da Simone Butteroni per creare un ponte sostenibile direttamente con la cucina riutilizzando alcune materie prime per i cocktail, come burro, salvia e pomodoro.

I listening bar nascono in Giappone negli anni Cinquanta con il nome di Jazz Kissa, e qui i clienti non venivano per socializzare, ma per ascoltare in silenzio la musica trasmessa dai giradischi.

Nel suo nuovo corso, Bauhaus crea uno spazio di ascolto, condivisione e socializzazione. Non solo musica, insomma (anche se la qualità del suono è altissima grazie alla partnership con AudioFactory, leader a livello nazionale), l’obiettivo è la comunità che si crea nel locale.

Nella trasformazione in Listening Bar, dunque, nasce il format “Drinksessel”: tutti i weekend il locale ospita artisti internazionali e la musica si unisce al drink bar per un’esperienza immersiva di suono, gusto e design.


Leggi anche:

Al Punch Room di Roma un menù tra realtà e fantasia