di Samuele Grasso | Se ti è capitato di essere tra le botti di maturazione di una distilleria, sarai stato certamente investito da un profumo morbido e intrigante, che hai avvertito solamente in quel magico posto. La relazione fra profumeria artistica e distillati è più forte di quanto si possa credere. È una relazione fatta di sfaccettature artistiche e di un’eleganza che è in continua evoluzione nel tempo, attraverso mode e persone. Il mondo della creazione sensoriale ha l’obbiettivo di far nascere esperienze uniche, personali, di cui la nostra memoria fa tesoro. La cura nella ricerca, nella produzione e nella qualità delle materie prime nella profumeria artistica e nella distillazione, creano un insieme di idee comuni con il fine di creare non semplici prodotti, ma espressioni di una maestria con un approccio profondo alla sensualità e all’estetica.
Opere d’arte liquida
Come le fragranze, anche i distillati sono l’opera finale di abilità tecnica, passione e sostenibilità. La cura nella selezione e ricerca degli ingredienti, l’attenzione alla qualità del prodotto finale e la lentezza della maturazione, la magica attesa, sono punti che trasformano queste bevande in pezzi di storia e tradizione, amplificandone l’espressione di raffinatezza. Così come il mastro profumiere crea fragranze che parlino di lui, di situazioni o luoghi, ogni distillato racconta la propria storia, la provenienza delle materie prime e la mano, le idee e l’esperienza del mastro distillatore che, come un artista, modella la sua opera. Un esempio lampante in Italia è Alessandro Gualtieri, il naso profumiere italiano che ha fondato i marchi Nasomatto e Orto Parisi, nonché punto di riferimento per diligenza nella qualità e creatività. Attraverso un’intervista impeccabile guidata da Matteo Stringhini di 50ML Milano, Gualtieri spiega il rapporto con le “materie”, intese come insieme del prodotto dalle materie prime, dal contenuto liquido fino al packaging. Nelle sue parole fa trasparire quanto abbia sfidato le convenzioni della profumeria con note audaci e distintive, riuscendo comunque a evocare emozioni complesse, unendo arte e originalità con un’eleganza unica. Citando l’intervista, Gualtieri dice: “Parte tutto dalla materia”, una frase che fa capire quanto lui sia legato e devoto alla natura e quanto la rispetti. Proprio da questa frase si riescono a unire questi mondi, il rispetto di un’artista che segue e cura il prodotto dall’inizio alla fine, proprio come i migliori barman o mastri distillatori fanno. L’eleganza di questi elementi sta nel fornire al consumatore una esperienza sensoriale tonda, nell’essere soddisfatti da una completezza che prende forma davanti a sé. E questa completezza non può essere definita se non come Arte.
Abbinare sensazioni per dare sensazioni
Il contatto tra profumeria artistica e distillati è fatto di persone. Proprio come un naso profumiere sceglie di comporre la sua fragranza, così un barman compone e crea nuovi cocktail. Entrambe le figure rilevano e scelgono ingredienti che si esaltino a vicenda. L’unicità del prodotto è sicuramente un altro punto in comune che possiamo notare. Quando produciamo un Whisky ci troviamo davanti a una miriade di variabili che possono cambiare il gusto di quest’ultimo, durante la produzione e la maturazione, ma anche in base a differenti usi culturali. Basti guardare le linee di pensiero che troviamo in posti differenti nel mondo, che rendono unici i loro prodotti. In Asia, ad esempio, speakeasy e distillerie sono ormai conosciuti per la purezza e l’eleganza dei Whisky prodotti. L’idea dei sapori e dei profumi nella produzione e degustazione del Whisky sono legati al concetto di “Hashiri, Shun e Nagori” e ai “caratteri stagionali”, scegliendo i toni da sorseggiare a seconda della stagione in cui si assaporano. La mixology e la profumeria richiedono una conoscenza profonda delle materie prime e degli elementi circostanti. Vedere queste due pratiche abbracciarsi mi dà sempre gioia: basta una spruzzata di essenza di arancia su un Old Fashioned o vedere un profumiere affermato che, per produrre le proprie fragranze, prende spunto dai distillati o dai passaggi della produzione in distilleria. Ad esempio, il profumo “Angels’ Share” di Killian è ispirato alla famosa evaporazione durante la maturazione di distillati, o, ancora “GinTonic” di Maison Micallef è ispirato all’omonimo cocktail.
Essere sostenibili è la nuova eleganza
L’eleganza non si esprime più solo attraverso il lusso del prodotto, ma anche attraverso la sua etica e il rispetto della tradizione e della natura. Negli ultimi anni il mondo della profumeria e quello dei distillati si sono orientati verso la ricerca di pratiche sempre più sostenibili. Nelle distillerie si vede un ventaglio sempre più ampio di distillerie artigianali che utilizzano prodotti biologici e locali, tecniche ecologiche e a basso impatto ambientale, alimentando magari gli alambicchi con pannelli solari e pellet. Per quanto riguarda la profumeria, invece, il decennio in corso è quello del “boom” della profumeria artistica e di nicchia, con un numero crescente di marchi che puntano alla qualità e minimizzano l’impatto sull’ambiente utilizzando ingredienti biologici da coltivazioni sostenibili e packaging ecologici sempre più minimali. Si stanno riscoprendo tecniche antiche di estrazione di oli essenziali, che utilizzano sempre più energia pulita. L’utilizzo di materie prime sempre più “pure” e l’uso di metodi responsabili è un valore aggiunto che si ritrova non solo nella qualità del prodotto finito ma anche nella sua eleganza non formale.
Chi è Samuele Grasso
Con una formazione in chimica e biotecnologie, Samuele Grasso, classe XXXX, è appassionato del mondo degli oli essenziali e delle fragranze. Frequenta attualmente la Facoltà di Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma, concentrandosi sull’approfondimento e lo studio della distillazione e i distillati, dalla materia prima all’opera finita. È convinto che “per la riuscita di un prodotto di qualità, oltre che la materia prima, anche l’unicità e la personalità sono fondamentali”.
Leggi anche: