di Jacopo Lancerin | I numerosi cocktail della miscelazione cubana rappresentano tutte le culture che nei secoli hanno influenzato la società dell’isola caraibica, presa d’assalto dai coloni d’oltreoceano per sfruttarne le risorse. La miscelazione cubana non ha seguito un’evoluzione lineare, ma è stata definita da stili e tradizioni differenti, spesso distanti tra loro, e dal rapporto contraddittorio tra la popolazione e il distillato nazionale, il Rum. Le politiche coloniali, infatti, non valorizzarono particolarmente questo distillato. A Cuba si produceva principalmente l’aguardiente, un distillato di canna da zucchero non affinato e non invecchiato, destinato alla popolazione più povera e agli schiavi, mentre il rum era una bevanda per i più ricchi. Non è un caso, quindi, che le bevande popolari come Cuba Libre e Canchanchara siano nate con aguardiente. Ad ogni modo, anche se la tradizione del distillato di canna da zucchero, di cui Cuba era la più grande produttrice al mondo, non è mai stata abbandonata, con l’arrivo degli americani l’isola si contamina di numerosi altri prodotti alcolici provenienti da tutto il mondo. In particolare, durante il proibizionismo, i Rumrunners, complici gli esponenti della mafia italiana ed ebrea, inondano Cuba di prodotti europei. Sono gli anni del massimo splendore della miscelazione cubana: cresce l’utilizzo del Ron autentico cubano, arriva un’ondata di turismo americano, attirato proprio da questo prodotto, e nascono le prime cantinas. E per la prima volta il Ron viene utilizzato per la miscelazione di cocktail, grazie ai Cantineros, i grandi interpreti della miscelazione cubana.
Le origini
Uno dei simboli della miscelazione caraibica è il Daiquiri. A detta di alcuni si tratta dell’evoluzione della Canchanchara, ma dobbiamo ricordare che il drink preferito di J.F. Kennedy ed Ernest Hemingway è un cocktail inventato dagli americani per gli americani. Sulle sue origini, le storie sono diverse. Una è ambientata nella miniera di ferro che si trova vicino al villaggio di Daiquiri, a Cuba. La leggenda racconta che tra il 1896 e il 1905, Jennings Cox, manager della Spanish American Iron Company, accoglie l’ingegnere Pagliuchi, in visita alla miniera, con un drink realizzato con gli ingredienti a disposizione: rum bianco, qualche lime, zucchero bianco di canna e ghiaccio. L’ingegner Pagliuchi, colpito dalla bontà del drink, propone di chiamarlo con il nome Rum sour. Ma per un cocktail così buono il nome appare troppo banale: meglio chiamarlo come il villaggio in cui è stato realizzato, Daiquiri, e dove, con tutta probabilità, secondo lo stesso Cox, qualche indigeno aveva già sperimentato “un intruglio simile”. Altri sostengono che il Daiquiri è nato nel 1898, dall’intuizione di un marine americano sopravvissuto all’affondamento della nave Maine, nel porto dell’Avana, che, una volta sbarcato a Daiquiri, entra in un bar e chiede di allungare del rum, normalmente servito liscio, con succo di lime e zucchero. Di certo, già nel XIX secolo i marinai erano soliti bere miscele simili al Daiquiri come il Grog, fatto di rum, acqua, lime e zucchero.
È comunque il rapporto tra Cuba e Stati Uniti a permeare la storia del Daiquiri, con l’isola caraibica che in poco tempo diventa il bar degli Yankee. Si dice anche che sui voli di linea Pan Am, una volta decollati, siano distribuiti i menù del Floridita e della Bodeguita del Medio, due bar leggendari dell’Avana che continueranno a essere frequentati da persone importanti anche dopo il proibizionismo. Il Daiquiri diventa un drink di tendenza, in particolare al Venus Hotel di Santiago de Cuba, dove è particolarmente apprezzato dagli ingegneri minerari e dalle star di Hollywood, e in seguito fa la sua apparizione al Plaza Hotel dell’Avana, grazie al famoso barman Emilio “Marangato” Gonzàlez. Con Constantino Ribalaigua Vert, invece, del La Florida, nascono i “figli” del Daiquiri: l’Hemingway Special e il Floridita Daiquiri.
Tre ricette classiche
Daiquiri
- 60 ml Ron Cubano
- 20 ml succo di lime spremuto fresco
- 2 barspoon zucchero semolato
Versare nello shaker zucchero e lime e sciogliere lo zucchero. Aggiungere il Ron e shakerare. Versare in una coppetta raffreddata.
Floridita Daiquiri
- 12 parti di Ron Cubano
- 3 parti di lime spremuto fresco
- 1 parte di liquore al maraschino
- 1 teaspoon di zucchero granulato
Aggiungere tutti gli ingredienti nel frullatore con il ghiaccio e frullare. Il Floridita Daiquiri, mescolato in uno shaker elettrico con ghiaccio tritato e servito frappé, è probabilmente la bevanda che ha portato i più ad associare il Daiquiri all’idea di un cocktail ghiacciato.
Hemingway Special (Papa Doble)
- 12 parti di Ron Cubano
- 3 parti di succo di pompelmo fresco
- 2 parti di liquore al maraschino
- 1 parte di succo di lime fresco
Shakerare gli ingredienti con una combinazione di ghiaccio tritato e cubetti di ghiaccio e versare in una coppa raffreddata.
Il daiquiri moderno
Pur essendo composto da soli tre ingredienti, il Daiquiri è uno dei drink pi difficili da fare per un barman perch nella sua realizzazione la parte fondamentale è il bilanciamento degli ingredienti, soprattutto per quanto riguarda le parti
di lime e Ron, un distillato dall’aroma abbastanza delicato. Ecco l’esempio di una ricetta ben bilanciata.
La ricetta
• 60ml Havana3
• 30ml succo di lime appena spremuto e filtrato
• 2 spoon di zucchero semolato
• 5ml di sciroppo di zucchero 2:1
Unire in uno shaker il succo di lime e lo zucchero nelle due consistenze e sciogliere. Aggiungere Havana 3 (pur essendo un distillato leggero, Havana 3 è lavorato con frutta o con altro distillato per rendere i drink pù piacevoli per un palato neofita) Shakerare con ghiaccio a cubi, versare nella coppetta. Consiglio di filtrare il lime: se non lo si filtra il retrogusto è più amaro.
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