di Luca Tesser | Prodotta pressoché ovunque in Brasile, la Cachaça è, insieme all’intoccabile Caiprinha, una vera propria istituzione nell’immenso Paese sudamericano. Considerata come il distillato brasiliano per eccellenza, è prodotta dalla canna da zucchero, tendenzialmente non è invecchiata in legno ed è estremamente versatile, sebbene non sia molto utilizzata nella miscelazione. La si conosce essenzialmente per essere l’ingrediente principale della Caipirinha ed è diffusa nelle sue versioni più basiche e commerciali, ma ve ne sono altre, prodotte artigianalmente, di estrema qualità e apprezzabili, da consumare lisce o da utilizzare nella mixology più raffinata.
Le origini
Già dalla fine del XVI secolo bevanda prediletta in Brasile, la Cachaça è uno dei distillati più antichi del Sud America. Le sue origini risalgono a quando i Portoghesi impiantarono le prime coltivazioni di canna da zucchero nel Paese nel Nuovo Continente, nei primi anni del 1500, ed è proprio dalla canna da zucchero in purezza che essa nasce. Non ci sono molte certezze sul luogo d’origine della Cachaça: è probabile che le prime produzioni fossero installate nelle stazioni commerciali Itamaracá, Igarassu o Santa Cruz, nello Stato di Pernambuco, da dove partivano le spedizioni di canna da zucchero verso il Portogallo. Nei decenni seguenti, la Cachaça conquistò anche gli Stati di Rio de Janeiro e Minas Gerais. La distillazione che dà origine alla bevanda può essere continua o discontinua: nel primo caso si tratta del prodotto commerciale, a basso costo, nel secondo di una Cachaça di qualità, realizzata in modo artigianale e dal costo finale più elevato. L’anima artigianale del distillato è quella che richiama la sua storia, intrecciata con quella del popolo brasiliano: fin dagli inizi, a produrla e a consumarla furono gli schiavi impiegati nelle piantagioni. Fortunatamente, l’industrializzazione non ha cancellato totalmente l’essenza tradizionale del prodotto.
Le caratteristiche
In termini di gusto la Cachaça assomiglia moltissimo a un Rhum Agricole bianco. Quella artigianale, in particolare, replica la complessità e l’armonia del distillato caraibico, senza però ricalcarne il grande successo commerciale degli ultimi anni: mentre, infatti, i Rhum come quelli di Guadalupe, di Maria Galante o i Clairin di Haiti stanno vivendo un’epoca d’oro, come prodotti sia da degustare che da usare nella miscelazione, la Cachaça, anche nel nostro Paese, continua a essere associata a una nomea negativa, come se si trattasse di un distillato non di grande qualità e poco versatile. Effettivamente, negli anni Novanta, quando la Caipirinha era piuttosto di moda, in Italia veniva importata solo Cachaça di tipo commerciale, di qualità sicuramente inferiore a quella prodotta nelle piccole distillerie artigianali brasiliane, ma questi trascorsi non dovrebbero tarpare le ali a un prodotto che per le sue caratteristiche potrebbe ritagliarsi un ruolo anche nella miscelazione di alto livello. Esistono circa settemila distillerie artigianali in Brasile, diffuse su tutto il territorio, e ognuna di queste produce Cachaça diverse, uniche per terroir. Parliamo, quindi, di un prodotto complesso, che merita di essere conosciuto e apprezzato: insomma, la migliore Cachaça brasiliana non ha nulla da invidiare ad altri distillati di canna da zucchero, è un prodotto estremamente versatile in miscelazione e può essere utilizzato nel classico così come nel contemporaneo. Perfetta per un Daiquiri dalle sfumature complesse, così come per un Negroni sicuramente fuori dal comune, si presta perfettamente ad abbinamenti con Shrub, fermentati e syrup creativi.
Un simbolo del Brasile
La Caipirinha è la bevanda nazionale brasiliana. Nata come rimedio medico, originariamente abbinava lime, miele, aglio e Cachaça: a giudicare dagli ingredienti, la prima versione del cocktail non doveva essere particolarmente gradevole, ma si trattava, del resto, di un medicamento per curare l’influenza. Successivamente, il mix di lime, zucchero e Cachaça divenne un vero e proprio drink, che si inserì prepotentemente nella tradizione più popolare del Brasile: era una bevanda a basso costo, che anche le classi più povere potevano permettersi. La semplicità era il suo tratto distintivo e, anche se per la sua preparazione si usava una Cachaça non di grande qualità, il risultato era apprezzato.
La ricetta
- 1 lime tagliato in 8 parti
- 2 oz di Cachaça
- 3 cucchiai di zucchero
Tagliare a spicchi un lime e pestarlo con muddler, estraendone il succo e amalgamandolo insieme a tre cucchiai di zucchero. Successivamente, porre nel bicchiere il ghiaccio, spaccato rigorosamente e mano, e colmare con la Cachaça.
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