E il Tequila conquistò la miscelazione

di Carolina MiròTequila Patrón è un brand nato nel 1989 con l’obiettivo di esportare nel mondo un Tequila di qualità Premium. E la missione, per il marchio che oggi è di proprietà del Gruppo Bacardi, può dirsi compiuta. Come spiega Giacomo Acerbis, Brand Ambassador Patrón Italia: “Fino agli anni Novanta il Tequila esportato nel mondo era un prodotto mixto, ossia ricavato non solo da Agave Azul. Fino ad allora era quindi molto diffuso un Tequila di tipo commerciale e non esisteva un mercato vero e proprio che chiedesse un prodotto di qualità: Patrón ha avuto l’intuizione di crearlo, partendo dagli Stati Uniti per poi arrivare negli altri continenti”. La distilleria che produce il Tequila Patrón si trova nello stato messicano di Jalisco, nella regione di Los Altos, dove viene coltivata l’Agave Azul da cui si ricava il prodotto. “Il procedimento di produzione di Patrón è interamente artigianale, a cominciare dalla coltivazione e raccolta dell’Agave a cura degli jimadores, attenti a tenere, della pianta, solo il cuore bianco. La cottura dell’Agave avviene poi in piccoli forni, con tempi più lunghi rispetto a quelli di una produzione industriale, e la distillazione in pot still da 500, 700 litri, quindi ben diversa da quella realizzata in colonna”.

Una passione per la perfezione

Patrón è quindi sinonimo di eccellenza nel mondo Tequila. Anzi, potremmo dire di perfezione, visto che questo è il concetto attorno al quale il brand ha ideato una delle competizioni per bartender più prestigiose al mondo: la Patrón Perfectionists Cocktail Competition. “L’idea alla base di questo concorso, arrivato alla settima edizione, è premiare i bartender capaci di declinare un brand perfetto in un perfetto cocktail”, dice ancora Acerbis, che da sempre segue l’iniziativa. “Ma l’obiettivo era anche diffondere la cultura del Tequila, dare a questo distillato e alla sua tradizione il valore che meritano, anche attraverso il coinvolgimento dei migliori bartender al mondo”. Il format del concorso prevede gare locali in quindici Paesi di tutti i continenti – tra i quali c’è anche l’Italia – e una fase finale che si tiene in Messico, nella sede di Patrón: qui i vincitori di ogni kermesse locale vivono una settimana nell’hacienda, vedendo da vicino dove e come nasce il Tequila. Il vincitore della fase finale, poi, è per un anno un Brand Ambassador e partecipa alle diverse iniziative internazionali del marchio Patrón. L’ultima edizione della Patrón Perfectionists Cocktail Competition ha visto trionfare, a inizio maggio in Messico, Nathan Price, del Burnt Milk Hotel di Liverpool. Due sono state le sfide organizzate per decretare il vincitore assoluto: una aveva per tema il Margarita e chiedeva ai partecipanti di creare una nuova versione del classico messicano partendo dal Patrón Margarita usando una dose minima di 45ml di Tequila Patron Silver e un massimo di altri cinque ingredienti, l’altra aveva per tema il Paloma, un drink oggi molto in auge, e metteva alla prova la creatività e l’ingegno dei concorrenti, che partendo dal Patrón Paloma, drink oggetto della loro sfida d’ingresso, dovevano creare un rituale di servizio, per quattro persone, capace di celebrare l’essenza del Paloma e la convivialità. Nel cocktail dovevano essere presenti il Tequila Patrón Reposado per un minimo di 120 ml e altri cinque ingredienti. Nel 2020 era stata Giulia Cuccurullo dell’Artesian di Londra ad aggiudicarsi la fase finale.

Un’esperienza unica

“La giuria della fase finale è composta da giudici provenienti da tutto il mondo”, precisa Acerbis. “I bartender finalisti si trovano in un contesto globale, in cui sono valutati anche in base alla loro capacità di raccontarsi, rigorosamente in lingua inglese, e portare la loro professionalità a un livello internazionale”. A rappresentare l’Italia nella fase finale dell’ultima edizione della Competition è stato Simone Broglia del The Soda Jerk di Verona. “Ho un rapporto divertente e divertito con la miscelazione e questo mio modo di concepire il lavoro si sposa perfettamente con lo spirito messicano, tipicamente gioioso”, dice Simone a proposito del suo successo nella gara italiana, che lo ha visto primeggiare anche per il suo modo di interpretare la mixology. Come lui stesso dichiara: “Mi piace creare cose complesse, ma dandovi chiavi di lettura semplici, che sappiano anche rubare una risata ai miei clienti”. Simone ha festeggiato il suo ventisettesimo compleanno in Messico, durante la settimana delle finali mondiali della Patrón Perfectionists Cocktail Competition, un’esperienza che gli ha consentito di vedere con quanta cura, e fatica, si lavora nell’hacienda Patrón: “Visitare il Messico autentico degli jimadores e vedere l’intero processo di produzione del Tequila mi ha fatto riflettere sulla qualità intrinseca di questo distillato e su ciò che esso rappresenta per tutta la comunità che vive grazie alla coltivazione e alla lavorazione dell’Agave. L’artigianalità che contraddistingue ogni passaggio produttivo è un elemento di grande valore, che merita un grande rispetto”.