di Giorgia Andrei |
Di storie di attività di business reali che si trasformano in attività virtuali ce ne sono tantissime: pensate ai tanti negozi fisici che negli ultimi anni si sono trasformati in e-commerce, un po’ per assecondare le nuove attitudini dei consumatori e un po’ per tagliare i costi di mantenimento di un’attività commerciale “dal vivo”. La storia di Whiskyfacile è esattamente l’opposto: i suoi fondatori, Jacopo Grosser e Giacomo Bombana, sono partiti dal mondo virtuale per approdare a quello reale, concreto, dell’imbottigliamento.
La storia
È il 2011 quando Jacopo Grosser e Giacomo Bombana, amici che condividono la passione per il Whisky, si chiedono perché in rete, sul distillato, ci siano solo consigli e pareri in lingua inglese. Decidono così di porre rimedio a tale lacuna aprendo un blog di recensioni di Whisky in italiano: whiskyfacile.com. A ispirarli nella scelta del nome è l‘omonima canzone di Fred Buscaglione, in cui un po‘ di identificano: “Sono Freddy dal whisky facile, son criticabile, ma son fatto così”. Inizia così per i due un’intensa attività di assaggi, appunti, stesura di note di degustazione, studi. E parallelamente il blog diventa sempre più corposo e popolare, con 2.500 referenze di Whisky recensite, dagli scozzesi agli irlandesi, dal bourbon ai giapponesi. Il gruppo di lavoro, di conseguenza, si amplia con Marco Zucchetti, Corrado De Rosa e Davide Ansalone, anche loro appassionati di Whisky, che contribuiscono a fare di Whiskyfacile.com un portale completo, per bevitori esperti ma anche per neofiti, e un format di divulgazione, con serate di degustazione nei locali e partecipazioni alle fiere di settore.
La svolta
Nel 2021, a dieci anni dal debutto del blog, i suoi creatori pensano di fare un passo in avanti: da recensori, diventano imbottigliatori e saranno i clienti a giudicare il loro Whisky. Whiskyfacile diventa così un’etichetta indipendente, debuttando sul mercato con la serie A space whisky Odyssey, sette whisky dedicati a sette personaggi dell’Odissea. Si tratta di barili unici di single malt a grado pieno, non colorati artificialmente né filtrati a freddo, che in pochi mesi vanno esauriti. Dalle distillerie Glen Elgin, Aultmore, Bunnahabhain, Glenlossie, Caol Ila, Highland Park e Ben Nevis nascono così i Whisky Circe, Polifemo, le Sirene, Scilla e Cariddi, i Lotofagi, Poseidone e Ulisse. Un anno dopo, l’avventura continua con la seconda serie di imbottigliamenti, che ha per simbolo non più i miti omerici, ma un animale: il gatto. Sulle etichette di Whiskyfacile compare così il gatto Easy, disegnato dall’artista tedesco Mitch (www.itsallinsideus.com), e si imbottigliano anche Whisky che non arrivano dalla Scozia: un single malt inglese affinato in botti di sherry Pedro Ximenez, della distilleria londinese Bimber, e un single malt americano, dalla Copperworks di Seattle.
Gli ultimi Whisky di casa Whiskyfacile
Il 7 ottobre 2023 sono stati lanciati gli ultimi imbottigliamenti della Black Cat series, acquistabili dallo shop on line ma anche in enoteche specializzate. Si tratta di quattro prodotti: Balblair, Ardlair, Ruadh Mhor e Williamson. Balblair 9 anni, 57,1%, arriva dall‘omonima distilleria delle Highlands settentrionali, fondata nel 1790. Questo single malt, distillato nel 2013, ha riposato nove anni in un barile refill ex bourbon. Imbottigliato a grado pieno, ha note burrose e cremose, con un bel cereale protagonista e una venatura erbacea e di caffelatte nel finale. Ardlair 12 anni, 59,4%, è invece un prodotto della distilleria Ardmore, che normalmente produce single malt torbato. Nel caso di Ardlair è stato utilizzato orzo essiccato senza il fumo di torba. Distillato nel 2010, è invecchiato in un barile refill ex bourbon e si presenta fresco e teso. Il terzo Whisky proviene da Glenturret, la più antica distilleria di Scozia: Ruadh Mhor 11 anni, 54,9%, è un barile singolo refill bourbon distillato nel 2011 e invecchiato per 11 anni; è molto torbato: 80 ppm di fenoli. Chiude la quaterna Williamson 12 anni, 58,4%. Il nome riprende quello di Bessie Williamson, la mitica distillery manager di Laphroaig, prima donna con questo ruolo in Scozia negli anni Sessanta. Williamson è il nome che si è scelto di dare al Laphroaig non ufficiale, che per ragioni formali deve essere definito “blended malt”. Il barile è stato distillato nel 2010 e dopo 12 anni ha sviluppato una gamma di note che vanno dal pesce grigliato alla frutta, passando dal tè Lapsang Souchong al medicinale. Risulta intenso ed elegante.