altro. Cucina e Cocktail è un locale di Grottaferrata che vuole rappresentare qualcosa di diverso, di alternativo, rispetto alla proposta già presente nel territorio dei Castelli Romani. “Nasco avvocato per formazione e, fino ad un certo punto della mia vita, anche per professione. Ma ho sempre coltivato le due mie grandi passioni: la cucina e i viaggi”, dice Elia Gatta, che nel 2019 lascia la professione forense per aprire altro. insieme alla sua compagna, Giorgia Ramelli e altri due soci fondatori, Daniela Mazzolani e Roberto Ortolani.
altro. è un ristorante con ampio spazio alla proposta di mixology; la peculiarità di questo locale è la cura con la quale sono stati creati gli spazi: “altro si struttura su diversi ambienti, suddivisi tra cocktail bar e ristorante e dove abbiamo dislocato i nostri 40 coperti per la ristorazione e 30 per la zona aperitivo e dopo cena. All’inizio erano appartamenti distinti che poi, attraverso un attento lavoro di ristrutturazione, abbiamo collegato tra loro mantenendo comunque un gioco di “dislivelli”, continua Gatta. Alla costruzione dello stile del locale si è dedicata Daniela Mazzolani, madre di Gatta e artista, mentre Roberto Ortolani, titolare della società di architettura, Natura & Architettura, ha scelto di utilizzare per gli spazi interni materiali naturali come la roccia, il vetro, il legno e il verde. A rafforzare il legame con l’elemento natura contribuisce anche l’ampio spazio aperto antistante il locale, Piazza Mazzini.
La proposta gastronomica e i cocktail
Giorgia Ramelli, che prima di lanciarsi a capofitto nell’avventura di altro. ha lavorato in diversi ristoranti e cocktail bar, si è occupata della proposta gastronomica realizzata con la consulenza dello chef Davide Mazza. Oggi a dirigere la cucina di altro c’è lo chef Andrea Bivona, trentaduenne, con diverse esperienze in alcuni ristoranti della zona e nel panorama europeo, accompagnato dal suo braccio destro Alessio Ciampanella.
Da altro. il benvenuto è affidato a un boccone di capellini conditi con burro e parmigiano, una nota “confort”, per poi partire verso altre destinazioni come i samosa, tipici fagottini indiani farciti con sfilaccio di maiale nero insaporito con spezie tandoori. Nelle proposte in carta vi sono diversi piatti vegetariani come la patata dolce fondente, salsa bernese e chips di tapioca al curry, primi come i bottoni di pasta fresca all’uovo riempiti con una farcia di soup à l’oignon, brodo di pane e camembert, secondi in gran parte cotti sulla Yakitori, un barbecue giapponese. Un ruolo molto importante ha tutta la parte dedicata alla mixology, curata in partenza dal bartender Lorenzo Colaiacomo. Nella drink list trovano spazio i classici, ma anche dei cocktail signature pensati proprio in sinergia con la cucina. Sul menù ad ogni piatto troviamo un cocktail dedicato: lo chef e il bartender lavorano insieme per creare le giuste affinità tra ciò che arriva nel piatto e quello che il cliente ritrova nel cocktail in abbinamento. Tra i drink proposti spicca il “Tong sour”: servito in coppa, come base ha una vodka infusa al te nero lapsang, del liquore di albicocca, zenzero e il tipico sweet and sour. Questo cocktail è abbinato alla zuppa di funghi, un secondo piatto vegetariano che vede una selezione di funghi cotti e crudi, cremoso di patate al porro e un brodo di funghi profumato al telapsang. Completa l’offerta del bere la carta dei vini curata in collaborazione con Anna Risuglia, sommelier AIS professionista, in cui trovano spazio solo etichette di piccoli vignaioli artigiani e quasi tutti soci FIVI.